Nove gradi di libertà

"Alonzo seguì il leprotto bianco giù nella sua tana, ritrovandosi in un mondo fantastico"...
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giupmat
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Nove gradi di libertà

Messaggio da giupmat »

Nove gradi di libertà | David Mitchell | Sperling & Kupfer | ISBN: 978-88-6061-873-3

David Mitchell è uno di quegli autori che mi è "passato per le mani" durante la giovinezza, periodo di grande fermento letterario in cui dedicavo molto tempo alla lettura ed alla scrittura (cosa per cui ho sempre avuto una predisposizione, come sapete ...anche se con risultati non sempre felici). Ne ho letto ed apprezzato l'opera dimenticandola velocemente, non per la scarsa caratura letteraria ma per la grande quantità di romanzi consumati in quel periodo. L'uscita della trasposizione cinematografica di Cloud Atlas nelle sale ha riportato alla memoria questo talentuoso autore e le sue opere, le linee narrative e gli intrecci delle vite dei suoi personaggi apparentemente isolati tra loro.
Come mi accade spesso quando cerco di rimettere insieme i pezzi della mia vita passata, riportare alla luce ricordi di Mitchell e del suo prodotto mi ha arrecato una certa confusione mentale: durante le mie discussioni con il Tonno non sono più riuscito a ricordare con certezza se, negli anni passati, lessi questo Nove gradi di libertà, suo romanzo di esordio, oppure il celebre Cloud Atlas. Per rimediare a questo spiacevole inconveniente ho deciso di comprare e rileggere (o leggere) l'edizione brossura di Sperling & Kupfer.

Subito è tornata alla memoria la particolare tecnica narrativa della sequenza (che pare che sia sequenza alternata, a leggerne in giro, ma non ne sono così sicuro) e della superba capacità dell'auotre inglese di giocare con le linee narrative e con le vicende dei suoi personaggi intrecciandole in modo potente a partire da piccoli particolari, quasi insignificanti. Nel romanzo prorompe proprio la sua bravura nel riuscire a costruire personaggi ed ambientazioni profondamente differenti tra loro in cui a cambiare sono tempo e spazio, contesto, bisongni ed obiettivi e soprattutto stile letterario.

Tutto questo gioco, questa fantastica architettura è tenuta insieme dalla libertà, non intesa in senso assoluto, bensì relativa alla figura lì circoscritta ed alla sua esperienza di vita, un relativismo che porta la ricercatrice accettare di accondiscendere ai poteri forti per poter poi inserire la sua personalità nella sua scoperta apparentemente criminale, al playboy che trova nel legame la sua libertà, al businessman che si lascia indietro la sua vita di denaro e potere, alla donna cinese che attraversa la storia e le difficoltà ancorata al suo semplice mestiere di ristoratrice, alla donna russa che trova nella sconfitta la possibilità di uscire dalla sua cella, all'entità astratta ed eterea del computer quantistico che trova nell'interpretazione umana dell'etica la libertà di azione di cui ha bisogno per gestire il suo zoo.

Lo stile e la costruzione sono fantastici ed anche la traduzione tiene molto bene il livello della produzione di Mitchell. Vi consiglio vivamente di leggerlo.
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manuè
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Re: Nove gradi di libertà

Messaggio da manuè »

vicenda profondissima caratterizzata da un dialogo che lega personaggi diversissimi tra loro e che come un filo sottile e trasparente agisce da logos attraverso gli eventi.notevoli gli accenni ad aspetti particolari e interessanti di culture originali e lontane e a nuove affascinanti teorie di vari ambiti(complessità,caos,cognizione quantistica...);a tratti ironico(la comparsa di Borges col "noncorpora"),a tratti disperato.Stupendo.
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Re: Nove gradi di libertà

Messaggio da giupmat »

Sì, come "scrivevo" tra le righe è un libro che mi è piaciuto molto proprio per via degli intrecci che è riuscito a creare senza che questo sia di disturbo alle trame dei singoli racconti. Ho letto molti commenti circa questo essere incorporeo... sono l'unico ad aver capito che si tratta del computer quantistico costruito sulla base delle ricerce della Muntervary? Il secondo computer la cita, peraltro, direttamente durante la discussione alla radio lasciando comprendere molto chiaramente il tutto. Si parla anche di progettisti, se fossero esseri incorporei non ce ne sarebbero. Sbaglio?
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mav.erick
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Re: Nove gradi di libertà

Messaggio da mav.erick »

I racconti non mi entusiasmano, per quanto legati l'uno con l'altro. Tuttavia alcuni di questi sono talmente belli e coinvolgenti che al termine del libro (si ostinano a spacciarlo per un romanzo ma secondo me non lo è affatto) dispiace non poterne leggere altri. Il sottile filo conduttore che l'autore utilizza per legare i vari racconti è quasi geniale. Un bel libro.
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manuè
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Re: Nove gradi di libertà

Messaggio da manuè »

giupmat ha scritto:Sì, come "scrivevo" tra le righe è un libro che mi è piaciuto molto proprio per via degli intrecci che è riuscito a creare senza che questo sia di disturbo alle trame dei singoli racconti. Ho letto molti commenti circa questo essere incorporeo... sono l'unico ad aver capito che si tratta del computer quantistico costruito sulla base delle ricerce della Muntervary? Il secondo computer la cita, peraltro, direttamente durante la discussione alla radio lasciando comprendere molto chiaramente il tutto. Si parla anche di progettisti, se fossero esseri incorporei non ce ne sarebbero. Sbaglio?
Probabilmente...
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Re: Nove gradi di libertà

Messaggio da giupmat »

Intendi che probabilmente sono stato l'unico? Eppure mi sembrava così scontato.
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Morlok
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Re: Nove gradi di libertà

Messaggio da Morlok »

Beh davvero un bell'esperimento. Un libro stranissimo, ma coinvolgente, un raffinato esempio di creatività allo stato puro; non è un capolavoro ma è difficile staccarsene; alcuni episodi sono davvero bellissimi. Certamente è più riuscito Cloud Atlas.
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Re: Nove gradi di libertà

Messaggio da giupmat »

Oggi ho finito di rileggere questo Nove gradi di libertà, dopo averlo abbandonato alla polvere della mia libreria per circa un anno. Non ricordavo di averlo letto, in effetti, ma questa discussione mi ha fatto capire in maniera inequivocabile che avevo già già condiviso con voi persino il mio parere circa questo bel prodotto della fantasia e del talento del signor Mitchell.
Confermo che è un romanzo davvero ben fatto, che merita di essere riletto assaporandone ogni parola, ogni singola storia. Un felice affresco sul caso e su quanto questo guidi le vicende di noi poveri, piccoli, esseri umani. Un felice affresco sulla libertà, in ogni forma soggettiva che ciascuno si modella addosso secondo le proprie esigenze, sentendosi infine libero dalle catene della propria natura raggiungendo il traguardo agognato. Veramente consigliato.
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