Infinite City
Inviato: 15 febbraio 2012, 1:27
La AEG, casa produttrice canadese che ha prodotto il gioco che vi presento stasera, ha come filosofia aziendale quella di rilasciare giochi accomunati da cura dell'aspetto grafico, target di pubblico ampio, regolamenti semplici e durata delle partite contenuta. Si tratta di un notevole mix di caratteristiche che cerca di raccogliere grande popolarità facendo leva sul numero di copie vendute ma che invero riesce anche ad avvicinare molta gente al mondo del boardgaming ...una sfida notevole e sempre viva. Infinite City raccoglie queste caratteristiche incanalandole in un gioco di piazzamento molto simile al più noto Carcassonne con un'ambientazione futuribile che aiuta a renderlo, almeno ai miei occhi, più accattivante rispetto ad altri concorrenti. Siamo di fronte ad una ipotetica cittadina del futuro (appunto Infinite City) in rapida espansione per via dei continui afflussi di nuovi abitanti e che regala agli abituali costruttori (i giocatori) l'opportunità di controllare le aree più richieste o maggiormente produttive per accrescere il prestigio cittadino e personale costruendo nuovi edifici e luoghi di interesse.
In prima battuta, leggendo qualche descrizione, avevo classificato questa produzione come alternativa esatta a Carcassonne; quando ho studiato velocemente il regolamento ho rivisto le mie iniziali aspettative attorno al gioco perché ho capito che la sua collocazione lo rende simpaticamente vicino a Dominion, per via delle dinamiche di piazzamento delle tessere. Quest'ultime, infatti, contengono spesso del testo che descrive le caratteristiche peculiari dell'edificio in termini di requisiti o condizioni necessari al piazzamento e di effetti di gioco, che possono essere più o meno benefici per i vari contendenti.
Similarmente a quanto avviene in Carcassonne le 120 tessere rappresentanti edifici e punti di interesse cittadino vengono mescolate e predisposte per costituire il "mazzo" di gioco, ad ogni giocatore vengono consegnati i propri pispolini colorati, ogni giocatore piazza una tessera per turno in modo che sia adiacente (esattamente come nel titolo di Klaus-Jürgen Wrede) alle tessere già presenti sul campo di gioco. Il meccanismo del gioco è tutto qui: il regolamento è di una semplicità estrema e l'immediatezza è palese a tutti voi che state leggendo... Ma spesso le tessere giocate scatenano una sorta di effetto domino concatenando effetti di varie tessere combiate tra loro, oppure indicano un effetto che permette di piazzare altre tessere, ecc... Il gioco prosegue così fino a quando un giocatore ha finito i suoi marker oppure le 5 tessere "Power station" sono state piazzate.
Come potete immaginare non è difficile o impegnativo giocare ad Infinite City e pertanto la sua collocazione in un ambiente di giocatori occasionali, che approfittano delle serate-gioco per passare del tempo assieme, è davvero perfetta: l'impatto grafico fa la sua parte nell'attrarre in maniera efficace i curiosi mentre il regolamento di sole quattro pagine (in carattere mille) spinge tutti a provare almeno un giro. Può rivelarsi facilmente un gioco sociale, in cui ciascuno disquisisce con gli altri sulle possibilità di piazzamento della tessera del momento, e l'opportunità di giocare in 6 aiuta molto in occasione di comitive estese (spesso disomogenee per gusti ed aspettative). Come difetto vi riporto, allo stesso modo, il fattore fortuna che influenza troppo l'andamento dei round perché i giocatori non possono permettersi strategie di alcun tipo, neppure di ampio respiro o a lungo termine.
Probabilmente non riuscirete a capire da queste righe quale sia l'entità del mio gradimento proprio perché sono alquanto indeciso su Infinite City: in fin dei conti non sono riuscito a capirlo neppure io. Quando mi sono imbatutto nella partita di presentazione non mi aveva entusiasmato per nulla e lo avevo frettolosamente dimenticato. Poi, grazie alle risorse di BGG, ho letto il regolamento rivalutandolo immediatamente perché non si trattava di un banale clone di Carcassonne. Eppure, in fin dei conti, si tratta di un gioco non dissimile che basa peraltro tutto sulla fortuna, eliminando quel filo di strategia che ancora traspare nel titolo della Hans im Glück. Lo avevo inserito nella mia whishlist in qualità di candidato per il Gioco di giupmat® 2012 ma ora non sono tanto convinto di volerlo trattenere in selezione... per correttezza nei miei stessi confronti ve lo presento nonostante tutto.
In prima battuta, leggendo qualche descrizione, avevo classificato questa produzione come alternativa esatta a Carcassonne; quando ho studiato velocemente il regolamento ho rivisto le mie iniziali aspettative attorno al gioco perché ho capito che la sua collocazione lo rende simpaticamente vicino a Dominion, per via delle dinamiche di piazzamento delle tessere. Quest'ultime, infatti, contengono spesso del testo che descrive le caratteristiche peculiari dell'edificio in termini di requisiti o condizioni necessari al piazzamento e di effetti di gioco, che possono essere più o meno benefici per i vari contendenti.
Similarmente a quanto avviene in Carcassonne le 120 tessere rappresentanti edifici e punti di interesse cittadino vengono mescolate e predisposte per costituire il "mazzo" di gioco, ad ogni giocatore vengono consegnati i propri pispolini colorati, ogni giocatore piazza una tessera per turno in modo che sia adiacente (esattamente come nel titolo di Klaus-Jürgen Wrede) alle tessere già presenti sul campo di gioco. Il meccanismo del gioco è tutto qui: il regolamento è di una semplicità estrema e l'immediatezza è palese a tutti voi che state leggendo... Ma spesso le tessere giocate scatenano una sorta di effetto domino concatenando effetti di varie tessere combiate tra loro, oppure indicano un effetto che permette di piazzare altre tessere, ecc... Il gioco prosegue così fino a quando un giocatore ha finito i suoi marker oppure le 5 tessere "Power station" sono state piazzate.
Come potete immaginare non è difficile o impegnativo giocare ad Infinite City e pertanto la sua collocazione in un ambiente di giocatori occasionali, che approfittano delle serate-gioco per passare del tempo assieme, è davvero perfetta: l'impatto grafico fa la sua parte nell'attrarre in maniera efficace i curiosi mentre il regolamento di sole quattro pagine (in carattere mille) spinge tutti a provare almeno un giro. Può rivelarsi facilmente un gioco sociale, in cui ciascuno disquisisce con gli altri sulle possibilità di piazzamento della tessera del momento, e l'opportunità di giocare in 6 aiuta molto in occasione di comitive estese (spesso disomogenee per gusti ed aspettative). Come difetto vi riporto, allo stesso modo, il fattore fortuna che influenza troppo l'andamento dei round perché i giocatori non possono permettersi strategie di alcun tipo, neppure di ampio respiro o a lungo termine.
Probabilmente non riuscirete a capire da queste righe quale sia l'entità del mio gradimento proprio perché sono alquanto indeciso su Infinite City: in fin dei conti non sono riuscito a capirlo neppure io. Quando mi sono imbatutto nella partita di presentazione non mi aveva entusiasmato per nulla e lo avevo frettolosamente dimenticato. Poi, grazie alle risorse di BGG, ho letto il regolamento rivalutandolo immediatamente perché non si trattava di un banale clone di Carcassonne. Eppure, in fin dei conti, si tratta di un gioco non dissimile che basa peraltro tutto sulla fortuna, eliminando quel filo di strategia che ancora traspare nel titolo della Hans im Glück. Lo avevo inserito nella mia whishlist in qualità di candidato per il Gioco di giupmat® 2012 ma ora non sono tanto convinto di volerlo trattenere in selezione... per correttezza nei miei stessi confronti ve lo presento nonostante tutto.
VOTO: 65/100
probabilmente in disarmonia con gli altri gdt della mia collezione personale: -3/100
probabilmente in disarmonia con gli altri gdt della mia collezione personale: -3/100