Nove gradi di libertà
Inviato: 22 ottobre 2013, 23:34
Nove gradi di libertà | David Mitchell | Sperling & Kupfer | ISBN: 978-88-6061-873-3
David Mitchell è uno di quegli autori che mi è "passato per le mani" durante la giovinezza, periodo di grande fermento letterario in cui dedicavo molto tempo alla lettura ed alla scrittura (cosa per cui ho sempre avuto una predisposizione, come sapete ...anche se con risultati non sempre felici). Ne ho letto ed apprezzato l'opera dimenticandola velocemente, non per la scarsa caratura letteraria ma per la grande quantità di romanzi consumati in quel periodo. L'uscita della trasposizione cinematografica di Cloud Atlas nelle sale ha riportato alla memoria questo talentuoso autore e le sue opere, le linee narrative e gli intrecci delle vite dei suoi personaggi apparentemente isolati tra loro.
Come mi accade spesso quando cerco di rimettere insieme i pezzi della mia vita passata, riportare alla luce ricordi di Mitchell e del suo prodotto mi ha arrecato una certa confusione mentale: durante le mie discussioni con il Tonno non sono più riuscito a ricordare con certezza se, negli anni passati, lessi questo Nove gradi di libertà, suo romanzo di esordio, oppure il celebre Cloud Atlas. Per rimediare a questo spiacevole inconveniente ho deciso di comprare e rileggere (o leggere) l'edizione brossura di Sperling & Kupfer.
Subito è tornata alla memoria la particolare tecnica narrativa della sequenza (che pare che sia sequenza alternata, a leggerne in giro, ma non ne sono così sicuro) e della superba capacità dell'auotre inglese di giocare con le linee narrative e con le vicende dei suoi personaggi intrecciandole in modo potente a partire da piccoli particolari, quasi insignificanti. Nel romanzo prorompe proprio la sua bravura nel riuscire a costruire personaggi ed ambientazioni profondamente differenti tra loro in cui a cambiare sono tempo e spazio, contesto, bisongni ed obiettivi e soprattutto stile letterario.
Tutto questo gioco, questa fantastica architettura è tenuta insieme dalla libertà, non intesa in senso assoluto, bensì relativa alla figura lì circoscritta ed alla sua esperienza di vita, un relativismo che porta la ricercatrice accettare di accondiscendere ai poteri forti per poter poi inserire la sua personalità nella sua scoperta apparentemente criminale, al playboy che trova nel legame la sua libertà, al businessman che si lascia indietro la sua vita di denaro e potere, alla donna cinese che attraversa la storia e le difficoltà ancorata al suo semplice mestiere di ristoratrice, alla donna russa che trova nella sconfitta la possibilità di uscire dalla sua cella, all'entità astratta ed eterea del computer quantistico che trova nell'interpretazione umana dell'etica la libertà di azione di cui ha bisogno per gestire il suo zoo.
Lo stile e la costruzione sono fantastici ed anche la traduzione tiene molto bene il livello della produzione di Mitchell. Vi consiglio vivamente di leggerlo.
David Mitchell è uno di quegli autori che mi è "passato per le mani" durante la giovinezza, periodo di grande fermento letterario in cui dedicavo molto tempo alla lettura ed alla scrittura (cosa per cui ho sempre avuto una predisposizione, come sapete ...anche se con risultati non sempre felici). Ne ho letto ed apprezzato l'opera dimenticandola velocemente, non per la scarsa caratura letteraria ma per la grande quantità di romanzi consumati in quel periodo. L'uscita della trasposizione cinematografica di Cloud Atlas nelle sale ha riportato alla memoria questo talentuoso autore e le sue opere, le linee narrative e gli intrecci delle vite dei suoi personaggi apparentemente isolati tra loro.
Come mi accade spesso quando cerco di rimettere insieme i pezzi della mia vita passata, riportare alla luce ricordi di Mitchell e del suo prodotto mi ha arrecato una certa confusione mentale: durante le mie discussioni con il Tonno non sono più riuscito a ricordare con certezza se, negli anni passati, lessi questo Nove gradi di libertà, suo romanzo di esordio, oppure il celebre Cloud Atlas. Per rimediare a questo spiacevole inconveniente ho deciso di comprare e rileggere (o leggere) l'edizione brossura di Sperling & Kupfer.
Subito è tornata alla memoria la particolare tecnica narrativa della sequenza (che pare che sia sequenza alternata, a leggerne in giro, ma non ne sono così sicuro) e della superba capacità dell'auotre inglese di giocare con le linee narrative e con le vicende dei suoi personaggi intrecciandole in modo potente a partire da piccoli particolari, quasi insignificanti. Nel romanzo prorompe proprio la sua bravura nel riuscire a costruire personaggi ed ambientazioni profondamente differenti tra loro in cui a cambiare sono tempo e spazio, contesto, bisongni ed obiettivi e soprattutto stile letterario.
Tutto questo gioco, questa fantastica architettura è tenuta insieme dalla libertà, non intesa in senso assoluto, bensì relativa alla figura lì circoscritta ed alla sua esperienza di vita, un relativismo che porta la ricercatrice accettare di accondiscendere ai poteri forti per poter poi inserire la sua personalità nella sua scoperta apparentemente criminale, al playboy che trova nel legame la sua libertà, al businessman che si lascia indietro la sua vita di denaro e potere, alla donna cinese che attraversa la storia e le difficoltà ancorata al suo semplice mestiere di ristoratrice, alla donna russa che trova nella sconfitta la possibilità di uscire dalla sua cella, all'entità astratta ed eterea del computer quantistico che trova nell'interpretazione umana dell'etica la libertà di azione di cui ha bisogno per gestire il suo zoo.
Lo stile e la costruzione sono fantastici ed anche la traduzione tiene molto bene il livello della produzione di Mitchell. Vi consiglio vivamente di leggerlo.