Virtualmente Città

Con la versione 2.0  ormai pubblicata da un pezzo e con qualche ora di gioco alle spalle avevo buttato alle ortiche SimCity. Non scherzo. Avevo atteso la super-patch di correzione con tanto fervore sperando che Maxis ne approfittasse per agire profondamente sulla modifica del gameplay e riponevo molte speranze per la mia carriera da improbabile sindaco in qualcosa che poi non ha avuto riscontro nella “realtà”. Prima delusione. Le ore di gioco vissute dopo l’installazione della super-toppa non avevano fatto altro che acuire i fastidi iniziali rendendomeli più odiosi ogni volta di più. Seconda delusione. E così, con le disillusione nella testa e tale BF3 nel cuore, avevo dimenticato di possederne una copia, anche se sembra incredibile. Avevo persino dimenticato di aver speso 60€ per il prezzo di copertina e riportare alla luce tutto ciò mi è costato null’altro che la terza delusione. A dimostrazione di questo fatto Origin, avviato oggi per caso, mi ha suggerito che non mi cimento nel difficile compito di sindaco digitale dal 21 marzo, tempo nel quale ancora credevo che non fosse tutto da buttar via e persino il buon Ammiraglio era nel pieno della sua fase entusiasmo… Oggi*, spinto principalmente dalla noia (non ho un cacchio da fare), volevo tirare le somme di questo pessimo acquisto (ebbene sì) che si unisce agli altri (innumerevoli) quattrini dilapidati in modo improprio in videogiochi scarsamente usati o scarsamente degni.
Certo il motore Glassbox è fantastico e la simulazione delle “particelle” rende credibile le dinamiche di tutti gli aspetti del gioco: persone, necessità, trasporti, quattrini e tutto quello che circola in una città secondo le regole domanda-offerta o generazione-movimentazione viene riprodotto nella sua forma astratta in modo assolutamente verosimile. Il nuovo motore grafico di Maxis è davvero un piccolo gioiello che riesce a renderizzare l’intera mappa e i singoli edifici in un ambiente completamente tridimensionale senza subire particolari limitazioni ed anche in presenza di metropoli avanzate, con decine di migliaia di abitanti e centinaia di palazzi ricreati digitalmente, la fluidità di gioco si mantiene pressoché costante. Dal punto di vista squisitamente estetico l’impatto è davvero otttimo. Anche il reparto audio è di tutto rispetto pur non brillando per verosimilità come la controparte visiva…

A dirla proprio tutta ho trovato molto gradevole anche la nuova filosofia degli edifici modulari, che permettono il potenziamento delle strutture di servizio, quali centrali elettriche e stazioni di polizia: quasi tutti gli edifici “istituzionali” collocabili dall’utente presentano più livelli di ampliamento che ne consentono l’erogazione più veloce o più massicia di un dato servizio oppure l’estensione dell’area servita. Questo inedito sistema modulare, inoltre, si interseca con quello deputato alla crescita della propria cittadina e i miglioramenti del municipio, disponibili al raggiungimento di un dato numero di abitanti, permettono la contestualizzazione della disponibilità e della costruzione di edifici più avanzati (dagli ospedali ai centri di riciclaggio) ed alle funzioni specifiche per la gestione socioeconomica di una città metropolitana. Questo porta sicuramente ad una crescita più ordinata e più armoniosa dei servizi cittadini e della correlata “potenza di fuoco” facilitando di molto il compito a quegli incauti sindaci della domenica che, ai tempi di SC4, bruciavano enormità di denaro pubblico nel mantenimento di mastodontiche strutture inutilizzate.

Oltre alle infrastrutture di base relative alla fornitura dei servizi essenziali come l’elettricità, l’acqua corrente e l’istruzione, questa nuova visione di SimCity comprende anche le infrastrutture legate alla specializzazione della città, definita grazie agli investimenti indotti in alcuni settori economico-produttivi quali l’estrazione mineraria o la produzione di elettronica. Questo aspetto innesca tutta una serie di agevolazioni per le città limitrofe e potenziali fonti di guadagno e di interscambio per la città amministrata. All’inedito sistema delle grandi imprese si sommano poi tutte le attività minori quali la scelta dell’ubicazione delle aree industriali o l’efficienza dei collegamenti con la propria regione: è questo aspetto a rappresentare il vero grado di sfida del gioco. Tutto il sistema delle attività produttive secondarie, delle attività legate al turismo ed alla cultura fa parte di un microcosmo che agisce sottotraccia nelle dinamiche di gioco e che il giocatore non regola direttamente e può essere soltanto indotto con azioni e scelte secondarie: l’adozione di politiche comunali di un certo tipo non corrispondono sempre alle necessità cittadine ed aspetti quali la disponbilità di posti di lavoro in altre città o linee di autobus interurbane sfuggono al controllo della gestione amministrativa e ricadono in toto in iniziative private di cittadini ed aziende. Si tratta di uno degli aspetti, se vogliamo, più fascinosi dell’intero progetto SC5 ed il fatto che sia puramente facoltativo (più che altro collaterale) all’esperienza di giocodimostra quale sia il target a cui punto questo nuovo capitolo della gloriosa serie di simulazione cittadina.

In sostanza, fino a qui c’è tanto di buono e tanto di migliorabile… so che è difficile accontentare tutti e nel dubbio è sempre meglio accontentare più pubblico che meno pubblico ma certamente lo zoccolo duro di giocatori affezionati alla serie ed all’idea di SC, quale figlio della mente geniale di Will Wright, si sente un po’ smarrito a dover fare i conti che l’ennesima delusione dopo il disastro di Societies. Dopo una lunga ed estenuante attesa e dopo tanto hype accresciutosi attorno a filmati e screenshot, dopo innumerevoli interviste fuffolose al team di sviluppo, dopo tante serate insonni passate sui forum a commentare e leggere le ultime notizie ci aspettavamo (e forse ci meritavamo) qualcosa di grandioso sotto ogni punto di vista.
Perchè di buono c’è tanto: senza nulla togliere al sistema delle grandi aziende e agli altri aspetti introdotti da Maxis il vero pilastro del gioco, nonchè aspetto fascinoso e apprezzato da tutti, è il sistema degli agenti, ossia quei pacchetti di dati di cui alle prime righe che utilizzano le strade della propria cittadina per trasferire le informazioni da un punto all’altro della metropoli: visibili attraverso i vari pannelli tematici del menù, gli agenti danno vita a un “traffico fantasma” di dati che corre parallelamente al traffico stradale rimbalzando tra i quartieri per rappresentare in maniera pressoché istantanea la griglia della fornitura dei servizi, dall’allacciamento alle reti idrica ed elettrica, del tasso di criminalità. La presenza degli agenti dona profondità al mondo di gioco semplificando al tempo stesso i compiti di gestione dei sindaci virtuali. Se però da un lato le semplificazioni contribuiscono a innalzare il ritmo di gioco e a rendere più coinvolgente il gameplay a prescindere dall’estensione della propria metropoli, dall’altro lato i nuovi automatismi deprimono in maniera evidente gli aspetti simulativi, gestionali ed economici di quest’opera: il budget per i servizi e le infrastrutture è immodificabile, le strade non richiedono manutenzione e non impattano sul bilancio comunale, le zone possono essere piazzati in via del tutto gratuita e hanno un solo livello di densità demografica e qualitativa, le problematiche collegate alla disoccupazione sono ininfluenti…

Conclusione

L’esperienza di gioco produce emozioni contrastanti: le innovazioni strutturali, su tutti l’agent-system, aiutano a cancellare il disastroso esperimento di Societies e danno agli appassionati la possibilità di godere di un gestionale complesso seppure non profondo. Gli aspetti più marcatamente simulativi sono venuti meno per cedere alla filosofia di digeribilità che Maxis ha voluto imprimere alla serie ma certamente questo aspetto non soddisfa nessuno dei fan di vecchia data.

Il sistema multigiocatore implementato crea più problemi di quanti ne risolva, e questo non tanto per l’obbligo della sincronizzazione o per la balbettante stabilità dei server di EA ma, piuttosto, per la pochezza degli strumenti “sociali” messi a disposizione dei giocatori. Basta citare la misteriosa sparizione delle features di filtering delle partite attivie sui server.

La conlusione è quindi esattamente quella che traspare rileggendo quanto ho scritto finora: giocando si ha sempre la sensazione di avere per le mani una stella mancata, un gioco con aspetti da tripla A ed altri piuttosto sufficienti. Ed è sicuramente l’aspetto più terribile: scoprire che si sarebbe potuto arrivare molto più in là con poco sforzo e tanta voglia di ignorare quegli stramaledetti bambini con le mani grassocce il cui quoziente intellettivo è appena sufficiente per capire come si installa Origin.

*oggi non è una accezione corretta: le due ore circa impiegate per la stesura di questo articolo sono distribuite su un lasso di tempo di una settimana abbondante.

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