Warface

Nell’attuale panorama videoludico, lo sappiamo bene, il free-to-play è una presenza sempre più massiccia; nel mondo degli MMO, poi, è diventata de facto la formula principe. È dunque un modello con cui tutti gli sviluppatori devono fare i conti nella costruzione della propria lineup, anche (forse sopratutto) grandi nomi del calibro di Crytek. Proprio per questo motivo, la softwarehouse tedesca ha deciso, qualche anno fa, di lanciarsi nello sviluppo di Warface, un FPS totalmente incentrato sul multiplayer che basa il suo sistema di chargeback nelle microtransazioni.
Anche se è sicuramente la sua natura di titolo gratuito ad averne accresciuto la eco al punto di renderlo uno dei titoli più giocati in Russia, Germania e Corea, la vera marcia in più di questo titolo, a mio avviso, è proprio quel tallone di Achille di prodotti omologhi sviluppati da concorrenti: il gioco non vuole favorire i giocatori paganti, rispetto a chi non ha voglia di mettere mano alla carta di credito, ed anzi tende a bilanciare l’equipaggiamento e le potenzialità di giocatori “premium” e giocatori free tramite due valute fra loro indipendenti. Cosa rimarchevole è il fatto che la maggior parte delle armi e dell’equipaggiamento (visori notturni, giubbotti antiproiettile ad altre amenità) non può essere acquistata con il solo esborso di denaro reale, opportunamente convertito in moneta detta kredits, ma è necessario essere in possesso di adeguate quantità di crowns. Questa valuta non può essere acquistata in nessun modo e l’unica via per ottenerne è giocare (e bene) in cooperativa. Se è possibile, ottenendo risultati adeguati, ignorare il costo in kredits acquistando l’equipaggiamento con il solo esborso di “valuta di prestazione” non è possibile acquistare oggetti con esborso di soli kredits. Infine molti oggetti speciali possono essere comprati solo ed esclusivamente con crowns.

La grafica non è affatto male per essere un F2P, vero?

Con questa semplice (si fa per dire) mossa Crytek ha evitato di inciampare sul famigerato F2P proponendo un titolo banale quanto il solito FPS in cui a vincere sono il conto in banca e la voglia di buttar via quattrini, tutt’altro. Sarà sempre possibile migliorare il proprio equipaggiamento semplicemente giocando e skill adeguate sul campo saranno premiate quanto (e più) di una cospicua donazione in dollari sonanti. Inoltre proprio i giocatori free avranno anche lo stimolo continuo di giocare e migliorarsi per ottenere l’agognato fucile che il bbk di turno ha comprato con i soldi di (ignaro) papà. Una cosa positiva è, peraltro, che non si ha quasi mai la sensazione di essere stati uccisi da un giocatore che ha speso più soldi, ma semplicemente da uno più bravo.

Similarmente a quanto visto per BF3 le classi non saranno molte, in questi anni stiamo assistendo spesso ad un processo di semplificazione dei giochi, si potrà impersonare l’immancabile soldato, il premuroso medico, il cecchino o il geniere (che viene sempre tradotto come ingegnere …tanto ormai la laurea si prende alla Coop). Le modalità di gioco sono le classiche team death match, tutti contro tutti, capture & hold e due modalità “tributo” ai grandi del genere: la modalità bomba, in stile Counter-Strike, e quella a punti di controllo, similare alla corsa di Battlefield.
Vi starete chiedendo dov’è la magagna, in tutto questo… Ve lo svelo subito:il ritmo di gioco è molto veloce ed anche se lo stile e l’immediatezza suggeriscono si tratti dell’ennesimo CoD c’è una certa predilezione per il CQB e le slide kill. Queste ultime sono favorite sia dalla possibilità di sparare durante qualsiasi movimento dell’alterego digitale sia dal level design che ricorda quello di Brink. Come aspetto positivo segnalo che è praticamente impossibile trovare il posticino i cui rintanarsi con la copertina di pile e camperare, anche i cecchini non avranno vita facile.
Esiste anche una modalità cooperativa, anche questa  sembra un tributo ad altro titolo, precisamente ha un sapore molto simile a quello di Left4Dead (non avendolo giocato mi affido ai pareri che ho letto in rete…). Fortunatamente non sono presenti gli zombie e le missioni propongono tre possibilità: scortare un VIP, recuperare qualcosa o distruggere un obiettivo. In ogni caso tutto finirà, nel più puro stile arcade, con un percorso lungo la mappa che condurrà al “boss di fine livello”, come accadeva nei migliori coin-op degli anni novanta.

Le possibilità offerte dal market vanno, ovviamente, molto oltre l’aspetto pratico o tattico e concentrano una buona metà degli item sull’aspetto estetico

Questo Warface ha, dunque, le carte in regola per ritagliarsi una sua fetta nel settore degli FPS (attualmente sono attivi circa cinque milioni di account) grazie al fatto che pur non essendo rivoluzionario fa tutto con buona qualità, una grafica piacevole, una formula che non premia soltanto chi paga ed un grado di longevità che sembra, almeno al momento, poter resistere alla prova del tempo. Sembra non soffrire di bug o incertezze, il netcode è abbastanza buono e non ci sono incertezze tali da far rimpiangere altri giochi, magari a pagamento. Direi che possiamo promuovere a pieni voti questa creatura di Crytek e provare a fare più di un giro per non rimpiangere BF4.

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