Porvoo

Sono le sette e trenta, il sole è già sorto da almeno tre ore (non sto scherzando) e io ho dormito come un morto: non c’è il solito arrovellamento di coperte, cuscini e quant’altro …probabilmente l’alcohol ingerito mi ha messo K.O. regalandomi una ricarica breve ma efficace. Il mio cervello prende subito il via e quindi mi catapulto direttamente sotto la doccia senza passare dal via. Ne esco rinato grazie alla gradevole temperatura dell’acqua e dello shampoo ai mirtilli fornito dall’hotel: sono fresco, pulito, e profumato come una caramella gommosa, accidenti! Oggi c’è in programma l’escursione a Porvoo, la caratteristica cittadina a pochi kilometri da Helsinki che pare sia una tappa obbligata dei turisti finnici. Raggiungo frettolosamente la hall dell’albergo e mi rendo conto che sono in forte anticipo sulla tabella di marcia soltanto quando sono seduto su uno delle comode poltrone, in attesa della mia controparte, con il cellulare tra le mani. Approfitto quindi per evitare di oziare nella mia fitta settimana finnica e improvviso un giro del quartiere, approfittando del piacevole clima mattutino, per curiosare nei tranquilli e silenziosi dintorni dell’Holiday Hinn di Pasila, dove alloggiamo. Avevo già notato che molti palazzi del quartiere sembrano interconnessi da una struttura di “strade soprelevate” che probabilmente permettono spostamenti senza andare in strada (lo vedo molto comodo per bambini e anziani, specie in caso di neve alta). Quando arrivo su, però, scopro che c’è molto di più: ci sono degli ascensori pubblici per spostarsi ed ampie scalinate, panchine come al parco ed aiuole, ci sono l’equivalente di piazze e strade e perfino negozi. Il vicino supermercato ed altre attività commerciali più grandi hanno un ingresso in strada ed uno su, al piano superiore, molti uffici hanno l’ingresso soltanto su. Tutta questa struttura mi sembra talmente inverosimile da tramutarsi ben presto in un divertimento: approfitto della inverosimile calma di questa fresca mattina comincio a curiosare qui e là arrivando, senza mai scendere da questa struttura, fino alle propaggini del parco che costeggia la via principale Teolliskuuskatu Industrigatan. Mi fermo in un simpatico caffè a fare colazione e riesco a cogliere parte del rituale costruito attorno alla nobile bevanda dagli autoctoni: il caffè non è una bevanda da tracannare al mattino per avere la carica di superare di slancio il mezzodì, ma un nobile piacere della vita da sorbire in compagnia di un libro o di auliche elucubrazioni; si beve in grandi tazze “all’americana” e le quantità sono a dir poco generose spesso si accompagnano ad uno dei simpatici dolcini caratteristici, fatti con molto burro e frutta di stagione. Perso nella mia colazione finlandese e nelle mie considerazioni sul caffè e le sue mille declinazioni mi dimentico del resto… Fortuna vuole che riesca a guadagnare la hall in tempo per vedere la mia accompagnatrice giungere dall’ascensore!

Rapido spostamento verso la stazione, tecnologico acquisto dei biglietti di viaggio e… scoperta di un mondo completamente nuovo ed inatteso. Anche la stazione dei pullman di linea è segno della civiltà nordica: l’area è per metà all’aperto (dove transitano i mezzi) e per metà al chiuso (dove i passeggeri attendono il loro trasporto) con mini-terminal per ogni “binario” che si aprono soltanto quando è presente l’autobus giusto. Tutto è fantasticamente spettacoloso e mi sento immerso in un mondo irreale; unica nota stonata è l’autobus: vecchio e malandato per gli standard a cui mi ha abituato il Paese e certamente bisognoso di una veloce riparazione al parabrezza, magari colto dal freddo dell’inverno o dai venti gelidi provenienti dal Nord …o magari preso in pieno dalle corna di una renna investita in autostrada!

Porvoo è una cittadina di circa 50k abitanti situata nella regione Uusimaa, ad est di Helsinki. Ha sempre ricoperto un ruolo primario nella storia finlandese tant’è che fino al XVIII secolo era il centro commerciale più grande del paese dopo la fiorente Turku e la colonia stabilita sulle rive del fiume Porvoonjoki prosperò sotto la protezione di una possente fortezza fino ad ottenere, nel 1346, i diritti di città dal re di Svezia Magnus Eriksson. La parte più caratteristica della città è Vahna Porvoo (la città vecchia), ricostruita dopo il devastante incendio che nel 1760 cancellò quasi l’intero abitato; ricca di vicoli pittoreschi e di bellissime (e coloratissime) case in legno, ospita i magazzini di legno del lungofiume dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Per ragioni storiche la cittadina di Porvoo è nettamente divisa in tre parti: la città vecchia, la città nuova e il quartiere del XIX secolo, ideato verso il 1830 dall’architetto Carl Ludvig Engel. La città nuova si estende soprattutto verso est, ed è parzialmente nascosta dal colle su cui sorge la cattedrale in stile gotico del XV secolo; sulla sponda ovest del fiume, invece, sorge la parte “moderna”, quella costruita nel XXI secolo.

L’autobus, arrivando in città da ovest, passa sulla strada Läntinen Mannerheiminväylä offrendoci subito lo spettacolo di Vahna Porvoo e della sua fiabesca fattura: il fiume che scorre pigro, le belle villette di legno colorate in calmi pastelli, gli alberi verdissimi accarezzati dalla brezza. Passando poi sullo Uusi silta, il principale ponte di accesso alla città, abbiamo modo di apprezzare gli inconfondibili magazzini sul fiume e non appena arrivati nella piazza del mercato (o meglio u slargo ‘nnanze a Raatihuoneenkatu, la strada del municipio) salto giù dal bus pronto a perdermi (letteralmente: la distanza da percorrere è veramente piccola ed il fiume che l’attraversa aiuta nell’orientamento) ma un disguido di natura psicologica, legato alla impellente necessità di avere una mappa cittadina, ci fa perdere minuti preziosi della nostra mattinata. Non mi lascio scoraggiare dalla testardaggine altrui e lascio che la mia accompagnatrice si procuri la mappa mentre chiedo in giro, in uno zoppicante inglese approssimativo, informazioni ai passanti. Ovviamente metà degli intervistati sono turisti che si guardano bene dal fornire informazioni che non sanno… Dopo una febbrile ricerca nelle immediate vicinanze della stazione degli autobus riusciamo a trovare delle mappe turistiche facendo letteralmente irruzione in un bar, senza neanche salutare il personale che ci guarda stranito quando ci vede uscire senza consumare alcunché. Finalmente ci rechiamo presso il lungofiume e godiamo dell’atmosfera cittadina. Nonostante il fastidioso ronzio provocato dall’ennesimo battibecco la mia anima si sintonizza nuovamente sulla tranquilla lunghezza d’onda dela fresca ed armoniosa natura finnica e lascio che i miei pensieri scorrano via come il pigro fiume, come le note di The Dove di Brian Eno… Visitiamo casa Runerberg, dimora del celebre poeta che tra le altre opere vanta Maamme, l’inno nazionale, e poi glissiamo sul museo storico per puntare al fiume, passando sul nuovo ponte pedonale.

Risaliamo il fiume seguendo gli altri turisti e ci inoltriamo dunque nella silenziosa città vecchia percorrendo il vecchio ponte, quello più a monte; affrontiamo con calma la ripida via Sillanmäki alla volta della bianca cattedrale, che spicca in mezzo al tripudio colorato delle abitazioni. È ora di pranzo, molti turisti sono spariti dalle strade per godere delle rinomate pietanze offerte dai ristoranti locali (su tutti le lumache, famose in tutto lo Stato, e il dolce di Runerberg). A noi resta il piacere di godere del prato attorno alla cattedrale praticamente da soli… Un alito di vento, qualche stridìo occasionale di un volatile, le risate della coppia vicina a noi che osserva il figlio muovere piccoli passi incerti e barcollare come un ubriaco. Un altro momento da commentare con Brian Eno, Always returning. Vediamo la Casa del Vescovo e la Sala Capitolare e giungiamo alla “Scalinata del diavolo”, una ripida scala di pietra formatasi naturalmente che si arrampica su per il colle.

Seguiamo poi il flusso dei curiosi turisti che sbirciano persino dalle finestre delle case, salvo scoprire che sono abitate da poveri diavoli che vorrebbero avere la loro giusta privacy. Il dedalo di stradine intessuto tra le case odorose di legno ci riporta in giù, verso il lungofiume, e ci ritroviamo quindi nella piazza Vanha Raatihuoneentori (la vecchia piazza del municipio), ricca di ristorantini e gelaterie, negozietti di souvenir e amenità simili. Curiosiamo in giro senza farci catturare, probabilmente sbagliando, dai ricchi profumi di prelibatezze dolci e salate del luogo e lasciamo che l’allegro vociare degli altri turisti faccia da commento alla nostra mancaza di parole…
Il posto è ricco di fascino e si potrebbe esplorare per ore ma per mia decisione preventiva ignoriamo la parte nuova della città e decidiamo di rientrare in capitale ed approfittare del margine di tempo per fare il tour in barca dell’arcipelago. Ripartiamo quindi con lo stesso autobus sgangherato alla volta della nostra base lasciandoci sole e temperature gradevoli alle spalle per immergerci (ancora non ne sappiamo nulla) nel vento nordico e nell’irreale atmosfera pre-temporale (a 15°C).

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